Si chiama White Album e il funzionamento è semplice. Si tratta di un App per Iphone. Scatti una foto ma non vedi il risultato, quindi nn sai cos’hai ottenuto. Non puoi vederla, modificarla con i plugin, caricarla nei social, niente Instagram, FB? Te lo scordi… niente di niente. Aspetti di raggiungere 24 fotografie, come il rullino, e quando ci sei, invii il tutto a Apple che te le spedisce a casa, belle che stampate in un bel cofanetto. Beh, secondo me qui siamo veramente oltre. Con i digitale ci fai davvero tutto: ricostruisci anche il romanticismo da album di figurine. Quante volte abbiamo sentito dire chi amava scattare con macchine analogiche “ma vuoi mettere l’attesa di ultimare il rullino e poi i tempi di attesa per vedere il risultato…quell’attesa e quell’emozione nell’aprire la busta contenente le stampe”… vero, un po come quando da bambini “facevamo” l’album Panini dei calciatori e nostra madre ci portava a casa 5 bustine. Che emozione era aprirle…. Beh con l’analogico si provava quella sensazione di curiosità, di “non stare più nella pelle”; e poi o soddisfazione o delusione. Il digitale ha negato tutto ciò, mostrando immediatamente il risultato delle nostre operazioni fotografiche. Personalmente preferisco così, intendiamoci: sono un pratico e quindi il romanticismo lo lascio ad altre parti del processo fotografico che il digitale non ha distrutto, anzi, l’ha amplificato. Insomma non ho troppa malinconia per l’assenza dell’attesa e il mio mondo è digitale anche se qualche sensazione analogica mi manca a volte. Questo White Album rimette a posto le cose per far si che il digitale assomigli al 100% all’analogico anche nelle varie fasi del processo di sviluppo. Non vorrei passare per integralista dell’analogico (cosa che peraltro non sono dato che sono nato con il digitale) ma insomma… E’ come il suono del vinile, con il rumore della testina che “gratta” le asperità, che consuma, e la polvere, oh che meraviglia…. A volte mi manca quella imperfezione analogica. E al posto di ricevere un vinile, ricevi un CD ma che ha registrato il suono “caldo” del vinile, con i suoi “rumori”, ovviamente digitalizzato, magari confezionato in modo che quando lo apri sembri davvero un vecchio 33 giri. Dentro solo tecnologia digitale e una finzione per farti provare comunque sensazioni “analogiche”. Mi dispiace ma non attaccata… stai facendo foto con un telefonino, le stai spedendo via 4G, le ricevono su un pc, le stampano con una stampante digitale. Si, l’attesa è analogica, quella si. Se non è un surrogato questo!!!! Si sbaglia a truccare un cane perche sembri un gatto. Se è così, compriamoci un gatto e se non c’è, allora amiamo il cane così com’è.
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