Come cambia a volte la visione delle cose, come a volte le certezze di oggi possono essere i dubbi di domani se non addirittura possono essere stravolte e rigirate al contrario.
Ho sempre pensato che una fotografia fosse qualcosa di statico, proprio perchè “fermo immagine” di uno specifico istante, un congelamento insomma. Sempre uguale, sempre con lo stesso significato.
Ma non è una cosa cosi definitiva.
Ad esempio quante volte siamo stati fotografati in un attimo di vita famigliare, durante qualche evento o momento conviviale o in vacanza.
Quante volte il commento, rivedendo la foto immediatamente, è stato “come sono venuto/a male”. A volta lo scatto viene cancellato subito, a volte finisce cmq nel ns personale archivio.
Poi un giorno, magari dopo molto tempo in cui si è vissuto, in mezzo a esperienze e cambiamenti, insomma come si dice, dopo che tanta acqua sotto i ponti è passata, quello stesso scatto risalta fuori e la sensazione è tutta un’altra.
Esso ci riporta al momento in cui è stato catturato, risveglia la memoria: cambia. Non resta immobile, ciò che più “smuove” qualcosa non è il fatto che siamo “venuti male”, ma tutto il resto che sta intorno. Lo rivediamo come fosse quasi un’altra fotografia.
Ecco quindi la certezza stravolta. La fotografia è si trasforma sulla base della storia di ciascuno e dell’idea che si ha di se stessi e del mondo che sta intorno a noi
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