Era il 2004 quando comprai la prima reflex digitale. A pensarci bene, sono passati solo una decina di anni ma se penso che la prima macchina fotografica digitale risale al 1975, mi vengono i brividi. Sono passati ben 40 anni.
Il buon Steven Sasson, da poco assunto alla Kodak, dopo l’università, inventò la sua macchina con un sensore CCD e una cassetta (tipo quelle audio) per la memorizzazione delle immagini.
Il sensore aveva una risoluzione di 0.01Mp (100x100pixel) e per registrare uno scatto occorrevano più di 20 secondi. La lente era uno zoom Kodak f/1.2 per cineprese. Le prime immagini videro la luce nel 1975 ma solo nel 76 furono visualizzate in una dimostrazione al CDA di Kodak, su un televisore analogico. Nel 2010 Barak Obama consegnò a Sasson la “National Medal of Technology and Innovation”.
Quello che è successo dal 76 ad oggi lo sappiamo tutti. E quando la tecnologia ha raggiunto il nuovo stadio di integrazione tra computer (di tutti i tipi, smarthphone compresi), immagine, comunicazione, rete, social etc, il risultato è stato un’onda d’urto incredibile, cosi forte non solo da cambiare il mondo ma da apportare cambiamenti grandi e repentini nell’uomo stesso. Tutto questo costringerebbe Darwin, se fosse qui, a dover rivedere i tempi con cui il cambiamento e l’adattamento possono avvenire. L’uomo sta mutando sempre più con la velocità della tecnologia, ne è trascinato e si modifica
L’uomo crea la tecnologia e la tecnologia crea la mutazione dell’uomo; essa costruisce e modifica continuamente desideri, status, motivazioni, simboli, comportamenti, valori etc, anche al di fuori dello spazio per cui essa stessa è stata creata. Vive quasi “una vita a sè”, che si percepisce nelle stesse mutazioni che genera, in quelle imprevedibili e inaspettate aberrazioni della specie che ne usufruisce…. cioè noi.
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