Fin dai tempi dell’analogico, quando lavoravo a colori con pellicole Kodachrome, gli azzurri e i rossi li trovavo talmente belli che diventavano più importanti delle emozioni contenute nelle foto. Mentre col bianco e nero e tutta la gamma dei grigi posso concentrarmi sull’intensità delle persone, sui loro atteggiamenti, sui loro sguardi, senza che siano disturbati dal colore.
Certo, nella realtà niente è bianco e nero. Ma quando guardiamo un’immagine in bianco e nero, questa entra a far parte di noi, la assimiliamo e inconsciamente la coloriamo. Penso che il potere del bianco e nero sia davvero straordinario e per questo l’ho utilizzato senza alcuna esitazione per rendere omaggio alla natura: fotografarla era cosi era per me il modo migliore per mostrare la sua personalità, far emergere la sua dignità. Bisogna sentire la natura, bisogna amarla e rispettarla per poterla fotografare, come per le persone e gli animali. E tutto questo per me è veicolato dal bianco e nero; mi piace, è una mia scelta, ma è anche il mio impedimento e a volte la mia difficoltà.
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