Archivi del mese: ottobre 2016

WA e FB generano un secondo NOI

 

Stavo per farmi un selfie (ebbene si a volte succede anche a me)… e guardavo nel display del telefono… in quel preciso momento noto un particolare: mi stavo proprio specchiando….  cioè la mia immagine sul display era speculare… allora scatto e riguardo la foto… perfetta, come se l’avesse scattata chi stava di fronte a me… insomma tenevo il telefono nella mia mano sinistra e mi vedevo nel display come fossi allo specchio (“Display tablet”)… poi scatto e magicamente la foto si gira e non mi “specchio” più (“Foto salvata”). Corretto, come se quello scatto fosse stato preso da qualcuno davanti a me .

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Quindi lo smartphone ragione da specchio… ma solo prima del click…. quando poi catturi l’immagine, tutto cambia e torna al suo posto. E direte “E quindi?.. tutto ok”… il risultato finale (“Foto Salvata”) è come se fosse stata scattata da un fotografo davanti a me. E’ una vera foto insomma… E’ ciò che succede su Facebook quando postiamo una foto dalla libreria del telefono… Perfetto no?!!! Ok si, in effetti prima dello scatto mi vedo speculare ma che importa, tanto poi il telefono mi “gira” nel modo giusto, come mi vede il mondo. Ma non funziona sempre cosi……

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Fotografare un dejavu

Stavo osservando alcuni scatti fatti nel tempo e mi sono imbattuto in questi che riporto nel post.

Non erano ovviamente sequenziali nella cartella in cui sono stati salvati e fra loro passavano centinai di altri scatti, ma osservando rapidamente le miniature, per un attimo, ho pensato di aver visto dei file doppi… invece non lo erano ovviamente. E la sensazione è quella di trovarsi in Matrix.

Il primo scatto è fatto in USA, il secondo in Islanda, il terzo in Puglia.

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Risaie

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Domanda o risposta?

Osservo questa foto mentre scrivo. Alterno parole a sguardi. L’ho lasciata decantare ma non ce la faccio ad archiviarla senza portarla in evidenza.

Agosto 2016, siamo al Tempio santo dell’acqua sorgiva di Buddha, Bali.

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Nella piscina dell’acqua magica, la gente si bagna, prega, si immerge. Due turisti (nello scatto) fanno lo stesso, cioè quello che fanno centinaia di persone ogni giorno in quel luogo. Il giorno in cui mi trovai la, restai basito quando vidi la coda di persone di tutte le nazionalità e religioni attendere per immergersi o bagnarsi. Per chi è induista è un atto di fede e una preghiera. Per chi non appartiene a questa religione, forse è solo qualcosa come ad esempio andare in Galleria a Milano e schiacciare col tacco le palle del toro o, come si faceva un tempo a Roma, buttare la moneta nella fontana di Trevi. Per altri ancora è anche un atto fotografico oppure, come in questo caso, un atto da immortalare in un video.

La domanda che lo scatto pone è quasi scontata.

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Edward Weston

A proposito di Fotografia:

È arte? Può essere arte? Chi se ne importa, è un vitale nuovo modo di vedere, appartiene alla nostra epoca, abbiamo appena cominciato ad esplorarne le potenzialità.

Perché scomodare l’arte, una parola cosi abusata da essere ormai obsoleta.

 


Floating Market

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