Archivi del mese: aprile 2017
Momenti decisivi
Ho letto recentemente su una rivista che Bresson, noto maestro del “momento decisivo”, in realtà scattava più foto della stessa scena per poi scegliere quella migliore. Chissà perché immaginavo il maestro all’opera camminando per strada, guardandosi intorno, e poi al momento opportuno, come un cacciatore…. sparo…clack…. ecco preso il momento decisivo. Ora pensarlo a scattare una raffica di fotografia mi fa cadere un po’ il mito.
Selfie dentro
Selfie, selfie, selfie…. in continuazione, per mostrare dove siamo e/o come siamo e/o cosa stiamo facendo. E il come siamo è pura estetica. Beh ovvio, come mostrare come siamo fatti dentro con un selfie? Come mostrare aspetti del nostro carattere, aspetti intimi magari o lati del carattere?
La fotografia mostra qualcosa, ha sempre qualcosa da descrivere, raccontare ma può sembrare complicato poter rappresentare aspetti senza forma, come appunto il carattere di un soggetto, di una persona. Ma in fondo forse non è cosi difficle, se si abbandona il pensiero che per indagare un soggetto esso vada per forza fotografo.
Diritto all’Oblio #1
La convinzione di potere eliminare le tracce di se dalla rete è una sana utopia. La certezza di entrare in rete con proprie immagini e contenuti pensando poi di sparire con la stessa facilità con cui si è entrati è follia. Dobbiamo essere consci che “noi” restiamo dentro… che la ns identitá nn scomparirà e che l’oblio ha la forza di privarci della libertà di scelta annullando il valore stesso della ns identità, dal momento che non se ne ha più il controllo totale. È come regalare la nostra carta di identità ad uno sconosciuto.
Eppure qualcuno sostiene che una soluzione ci sia…. to be continue… stay tuned…
Less is more
Complicare è facile, semplificare difficile. Per complicare basta aggiungere, tutto quello che si vuole: colori, forme, azioni, decorazioni, personaggi, ambienti pieni di cose. Tutti sono capaci di complicare. Pochi sono capaci di semplificare. Piero Angelo un giorno ha detto: è difficile essere facili. Per semplificare bisogna togliere e per togliere bisogna sapere cosa togliere, come fa lo scultore quando a colpi di scalpello toglie dal masso di pietra tutto quel materiale che c’è in più della scultura che vuole fare. Teoricamente ogni masso di pietra può avere al suo interno una scutura bellissima, come si fa a sapere dove ci si deve fermare per togliere, senza rovinare la scultura? Togliere invece che aggiungere potrebbe essere la regola… Togliere invece che aggiungere vuol dire riconoscere l’essenza delle cose e comunicarle nella loro essenzialità. Eppure la gente quando si trova di fronte a certe espressioni di semplicità o di essenzialità dice inevitabilmente “questo lo so fare anche io”, intendendo di non dare valore alle cose semplici perchè a quel punto diventano quasi ovvie. La semplificazione è il segno dell’intelligente regola.”
Ho trovato un breve scritto di Bruno Munari che descrive con estrema precisione come sia difficile, ma a volte cosi necessario, semplificare e togliere piuttosto che il contrario. In fotografia è essenziale questa disciplina del “togliere”: non ricordo chi disse che in una fotografia quando ci sono più di tre elementi già c’è troppa confusione.
Non altro… solo questo
Ecco l’ultima tigre della Tasmania fotografata prima della sua estinzione, nel 1933.
Ringrazio sentitamente la fotografia..
Le ali…
“Non crediamo alla possibilità di un numero incalcolabile di trasformazioni umane, e dichiariamo senza sorridere che nella carne di ogni uomo dormono delle ali”(Filippo Tommaso Marinetti)
Siamo ancora in tanti…. anche se non sembra
Per anni le vendite delle reflex digitali non ha fatto altro che aumentare, portando le reflex ad essere un oggetto quasi di massa. Gli utilizzatori erano fotografi avanzati o professionisti, che passavano dalla pellicola al digitale, ma soprattutto appassionati dell’ultima ora e ancora di più persone che pensavano che usare una reflex con il kit base (esempio con in dotazione il 18/55) fosse il massimo del meglio possibile. Il tutto senza basi tecniche naturalmente, usando le impostazioni automatiche. In realtà poi i risultati, per questa tipologia di utilizzatori, erano pessimi: gli automastismi fanno il loro lavoro ma non puoi pensare che questi facciano miracoli, che possano compensare le inesperienze e rendere qualsiasi foto straordinaria. Anzi per assurdo la reflex necessita di capacità, per quanto possa essere una entry level e occorre sapere sviluppare il negativo digitale, avere pazienza.. applicarsi…. studiare un po’.